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Allattamento: 3 informazioni utili per scegliere consapevolmente

Cara neomamma…

Sei anche tu alle prese con la decisione se allattare al seno il tuo bambino?

Oppure hai iniziato ma stai pensando di smettere, perché stai facendo fatica a proseguire con l’allattamento al seno?

Forse l’allattamento non è come te lo aspettavi, quel momento di gioia pura, di calore e contatto con il tuo bambino…

Forse lo vivi in un modo diverso e, magari sei stanca, stressata, con dolori al seno…

O, forse, sta andando tutto bene, ma ti domandi quando sia il momento giusto per smettere di allattare..

Oppure, a malincuore, pensi che sia necessario smettere…

Probabilmente, senti intorno a te il parere di diverse persone che ti dicono cosa sia meglio fare con tuo figlio.

Persone che, però, non sanno cosa tu stia vivendo, né cosa sia meglio per te e per il tuo bambino, e che non conoscono la fisiologia dell’allattamento.

Se ti ritrovi in una di queste situazioni, ti consiglio di continuare a leggere questo articolo, attraverso il quale voglio fornirti 3 importanti informazioni, affinché tu possa scegliere in autonomia, e trovare la soluzione giusta per te e per il tuo bambino.

Si, perché la scelta è tua (come già accennavo nel mio precedente articolo che trovi qui).

Ogni mamma può decidere se allattare al seno il proprio bambino oppure no, e per quanto tempo farlo!

In questo articolo ti voglio fornire 3 informazioni fondamentali sull’allattamento dal punto di vista psicologico. Se invece vuoi informazioni rispetto ai benefici sulla salute fisica (che comunque è strettamente connessa a quella psicologica), alla fine dell’articolo troverai i link utili per approfondire.

Ah, se ti stai chiedendo come mai una psicologa si occupa di allattamento, la risposta è abbastanza semplice ma per nulla scontata:

L’allattamento è parte della relazione mamma bambino; è la prima forma di comunicazione tra una mamma e il proprio figlio. Non è solo un momento di nutrimento ma anche costruzione di un legame affettivo. In quanto psicologa mi occupo proprio di questo… dei legami, degli affetti, della relazione fra la mamma e il suo bambino; e nel mio lavoro, oltre a sostenere le persone nei momenti di difficoltà, mi occupo anche di promuovere la salute e favorire il benessere. Per questo, mi occupo anche di allattamento.

Ma, iniziamo…

1) L’allattamento al seno è più del semplice soddisfacimento della fame.

Come accennavo poco sopra, quando si parla di allattamento al seno è inevitabile parlare anche di relazione e del legame di attaccamento tra la mamma e il suo bambino, in quanto l’allattamento al seno non si limita alla sola soddisfazione della fame del bambino, ma comprende anche un altro tipo di nutrimento, quello affettivo.

Allattare al seno, quindi, risponde anche ad altri importanti bisogni del bambino: il bisogno di contatto fisico, il bisogno di sicurezza, il bisogno di affetto, in una parola: l’attaccamento.

Quante volte ti sarà capitato di sentire piangere tuo figlio e con il solo gesto di attaccarlo al seno, questo si è calmato…? (non succede sempre, dipende anche dallo stato d’animo della mamma e del bisogno del bambino).

A questo proposito, c’è un importante esperimento, del 1959, dello psicologo statunitense Harlow che ha proprio confermato quanto sia fondamentale il “nutrimento affettivo”, ovvero il bisogno di contatto, di protezione, e di legame tra il cucciolo di mammifero e chi si prende cura di luiil legame di attaccamento.

Invece di spiegare l’esperimento te lo mostro qui sotto:

Questo esperimento, inoltre, mostra che il bisogno di protezione, contatto e legame del bambino, possono essere soddisfatti anche da una mamma che non allatta al seno suo figlio!

Certo l’alimentazione tramite il biberon è più probabile che diventi un momento di sola soddisfazione dei bisogni nutritivi, dove il bambino soddisfa la sua fame ma, spesso, resta ancora «affamato di relazione».

Ci sono anche diverse ricerche che mostrano come, le madri che allattano al seno tendono a toccare di più i loro bambini, ad avere maggiore contatto fisico, ad essere più responsive nei confronti del loro figlio, e trascorrono più tempo a guardare il bambino durante la poppata (e il bambino altrettanto), rispetto alle madri che allattano con il biberon.

Tuttavia, se la mamma è consapevole di tutto ciò, potrà “nutrire affettivamente” il proprio figlio con tutti questi gesti che normalmente accompagnano l’allattamento (contatto fisico, carezze, odori, scambio di sguardi, coccole, comunicazione, ecc.), soddisfando così anche il bisogno di relazione e protezione.

2) Gli effetti dell’allattamento sulla mamma e sul bambino

Bambino

Ci sono diverse ricerche che evidenziano l’impatto positivo dell’allattamento al seno sull’umore del bambino e sul suo sviluppo cognitivo e socio-emotivo.

Parte di questa influenza sembra essere dovuta agli ormoni e ai nutrienti contenuti nel latte materno; rispetto allo sviluppo cognitivo sembra che i nutrienti del latte abbiano un impatto positivo sullo sviluppo della materia bianca del cervello, e sulle aree del cervello deputate alle funzioni esecutive.

Rispetto allo sviluppo emotivo e sociale del bambino, l’ossitocina sembra avere un ruolo fondamentale.

Nel latte materno, infatti, è contenuto un ormone, l’ossitocina, spesso chiamato l’ormone dell’amore (in quanto viene secreto nei momenti di intimità e affettività tra mamma e bambino, durante la gravidanza, l’allattamento, nella vita di coppia, ecc…).

L’ossitocina viene trasmessa al bambino durante l’allattamento al seno attraverso il latte ma, non solo; si produce anche nel corpo del bambino durante le interazioni con la figura di accudimento (attraverso il contatto fisico, le coccole e carezze, lo scambio di sguardi, ecc.). Quindi oltre ai nutrienti, agli ormoni (come l’ossitocina), sembrano essere fondamentali anche le interazioni che avvengono durante il momento dell’allattamento tra la mamma e il bambino.

Le ricerche mostrano, inoltre, che l’ossitocina facilità il bonding (il legame tra mamma e bambino), e ha un impatto positivo sull’umore del bambino, che sperimenta maggiori emozioni piacevoli; inoltre, riduce l’ansia, ed è connessa ai meccanismi legati ai comportamenti pro-sociali del bambino, quindi sembra avere un ruolo nello sviluppo di competenze socio-emotive nel bambino.

Mamma:

Anche le ricerche sugli effetti dell’allattamento sulle mamme hanno prodotto risultati simili.

Anche per la mamma, infatti, l‘ossitocina gioca un ruolo fondamentale (sia quella prodotta durante le interazione con il bambino, sia quella che si produce nel corpo della madre durante l’espulsione del latte) avendo un impatto positivo sullo stress e sull’umore della mamma.

Diverse ricerche mostrano che, anche nella mamma, questo ormone supporta i meccanismi collegati ai comportamenti pro-sociali, favorisce il bonding e riduce l’ansia. Inoltre riduce lo stress della madre, riducendo anche i livelli di cortisolo, e ha un impatto positivo sull’attaccamento tra mamma-bambino, favorendo un aumento della sensibilità materna ai segnali del bambino. Sembra inoltre avere un importante ruolo nella riduzione della depressione post-partum.

Quindi, quando l’allattamento al seno procede in modo positivo, questo diventa un fattore protettivo per entrambi, rispetto all’umore della mamma e del bambino e della loro relazione. Inoltre, diventa anche un fattore che favorisce positivamente lo sviluppo cognitivo e socio-emotivo del bambino.

3) Gli effetti dello stress sull’allattamento

Un altro aspetto importante da conoscere è che le possibili difficoltà che le neomamme potrebbero sperimentare, nell’avviamento e nel percorso dell’allattamento al seno (difficoltà ad attaccare il bambino, dolori al seno, infiammazioni, ragadi, mastiti, poco latte, stanchezza fisica e mentale, poco o nessun sostegno, ecc..) possono creare una condizione di stress.

Non sempre l’allattamento va come vorresti…

Cosa succede? In una situazione di dolore e stress aumenta il cortisolo (l’ormone dello stress), e si abbassano gli ormoni legati all’allattamento (ossitocina e prolattina), inibiti dal cortisolo stesso.

Quindi, è probabile che una mamma in condizione di stress avrà una inibizione nella secrezione di prolattina e ossitocina, e di conseguenza minore produzione di latte, o ritardo nella montata lattea.

Diverse ricerche evidenziano, infatti, che le difficoltà che insorgono durante l’allattamento al seno, spesso, portano le neomamme a smettere presto di allattare (e questo sembra avere un importante impatto sull’umore della mamma).

Spesso, tutto parte da uno scarso sostegno alle neomamme nel momento di avvio dell’allattamento, e dal mancato supporto nei giorni e nei mesi successivi, sia da parte degli operatori che da parte dei familiari.

Diverse ricerche, infatti, evidenziano che il supporto alle neomamme in questa delicata fase favorisce il successo del percorso di allattamento ma, non solo, diventa anche un fattore protettivo rispetto all’umore della mamma.

Altre volte, questo meccanismo parte dalla paura o percezione della mamma stessa di non avere abbastanza latte (dovuta a informazioni scorrette e poco supporto alla mamma).

O, ancora, potrebbe partire delle aspettative che le mamma si crea rispetto al momento dell’allattamento che poi nella realtà non vengono soddisfatte, creando un senso di fallimento personale, che gira intorno all’idea che “se una mamma non può allattare allora non è una brava mamma“.

In conclusione, l’allattamento al seno è molto più del semplice nutrimento di cibo per il bambino, ma risponde ad altri importanti bisogni di protezione, contatto, relazione.

Se, il momento dell’allattamento al seno procede senza troppi “intoppi”, e viene vissuto in modo positivo dalla mamma (grazie anche al supporto ricevuto), questo diventa un fattore protettivo per il benessere della mamma e del proprio bambino.

Tuttavia, se si sviluppano complicanze nell’allattamento, se questo viene vissuto negativamente dalla mamma e se manca il supporto necessario, occorre valutare attentamente se continuare ad allattare al seno oppure no, tenendo conto del benessere psicologico della mamma e del bambino.

Per questo non si può generalizzare

Ogni diade mamma-bambino è a sé, ogni mamma ha la propria storia personale, i propri vissuti, bisogni, limiti e risorse.

Se senti di aver bisogno di una consulenza rispetto a questo tema, o senti di vivere con fatica il momento dell’allattamento o la vita quotidiana con il tuo bambino, puoi contattarmi qui.

Se vuoi altre informazioni rispetto ai benefici dell’allattamento sulla salute fisica (sia per la mamma che per il bambino), e se vuoi approfondire, clicca qui.

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