Ti è mai capitato di non riuscire proprio a sopportare un comportamento di tuo figlio?
O di pensare: “Quando fa così, io proprio non ce la faccio!”
Magari ti è capitato quando ci impiega un’eternità a prepararsi e tu non hai tempo…
Oppure quando vai a prenderlo al nido o alla scuola materna, e non sembra per niente contento di vederti…
O, forse, quando litiga insieme al fratello/sorella e iniziano a spingersi e a farsi male…

Ci possono essere diverse situazioni che mettono alla prova noi adulti, e ognuno di noi si ritrova a fare più fatica con determinati comportamenti piuttosto che altri.
Solitamente, sono proprio i comportamenti in cui il bambino stesso fa fatica.
E come possiamo aiutare il bambino e noi stessi?
Sicuramente si possono trovare diverse strategie per gestire determinate situazioni, ma…
prima di tutto, devi partire da te!

Prova a pensare ad una situazione che hai vissuto, nella quale hai fatto fatica a sopportare il comportamento di tuo figlio…e poi rispondi a queste domande:
Come ti sei sentita in quel momento?
Cosa hai pensato?
Cosa hai provato?
Magari ti è capitato di pensare di non essere una brava mamma…oppure ti è capitato di sentirti insicura o incapace a risolvere quella determinata situazione… o, forse, ti è capitato di ricordare momenti della tua infanzia, quando tu stessa non venivi ascoltata… O, ancora, ti è capitato di pensare “Ma come? Dopo tutto quello che faccio per lui/lei, mi tratta così?”
È proprio da tutto questo che si deve partire… devi partire da te!
Dai tuoi pensieri, dalle tue convinzioni e credenze; da come ti senti, dalle tue emozioni e sensazioni che provi …
Puoi conoscere mille strategie utili, ma se in quel momento non ti fermi ad ascoltare quello che risuona dentro di te, non riuscirai neanche a metterti veramente in ascolto del tuo bambino…
Anzi, probabilmente vorresti solo mettere a tacere quei pensieri, sensazioni ed emozioni fastidiose che provi in quel momento e, al contempo, mettere a tacere le manifestazioni di tuo figlio.

Ma così facendo, non riuscirai a capire ciò di cui ha realmente bisogno in quel momento, e quindi mettere in atto le azioni più utili.
Questa cosa la vivo tutti i giorni, lavorando anche come educatrice in un nido.
Quotidianamente i bambini ci “mettono alla prova”, nel senso che con i loro comportamenti vanno inconsapevolmente a toccare alcuni nostri “tasti dolenti”.
E’ normale, può capitare a tutti, e non è per nulla facile riuscire ad ascoltare ciò che più ci fa male… perché costantemente le fatiche dei bambini smuovono in noi adulti pensieri ed emozioni che noi stessi non vorremmo provare.
Però ci si può allenare, un pezzettino per volta, che è quello che faccio io ogni giorno.

Allenarci proprio come se andassimo in palestra…ma, anziché allenare il corpo e i muscoli, si allena la propria mente a sostenere i “pesi” quotidiani; a stare ed ascoltare “i nostri tasti dolenti” e le manifestazioni dei bambini che sono per noi più fastidiose…
Partendo dal presupposto che i bambini non vogliono comportarsi male nei nostri confronti, ne sfidarci, ma che i loro comportamenti non sono nient’altro che:
l’unica modalità che hanno, in questa fase di sviluppo, per manifestare i loro pensieri, emozioni e sentimenti.
E già partendo da questa consapevolezza, le cose possono a cambiare.
E poi bisogna fare un passo alla volta, cercando ogni giorno di fare un pezzettino meglio del giorno prima, allenandosi ad ascoltare ciò che sentiamo dentro di noi, in quel momento faticoso, anche se ci da fastidio.

E questo non significa essere perfetti, perché non possiamo esserlo, ma significa accettare le fatiche e i nostri “tasti dolenti”, imparare ad ascoltarsi e ascoltare il bambino davanti a noi, e capire ciò di cui ha bisogno, per poi mettere in atto le strategie più utili.