In questi giorni, forse è capitato anche a te di osservare determinati comportamenti nel tuo bambino.
Forse lo vedi più agitato e irrequieto del solito, non sta fermo un momento e ha troppa energia.
O, magari, vedi che fa più fatica in alcuni momenti della giornata; per esempio, fa più fatica duranti i pasti, o al momento di andare a letto (dorme di meno e peggio); oppure ha più difficoltà del solito nel rispettare i limiti e le regole.
Oppure richiede più spesso rassicurazioni, o le coccole, o di stare in braccio…
Se anche tu ti ritrovi in questa situazione, forse ti starai domandando se questi comportamenti siano normali oppure no, e come affrontarli.
Allora, devi sapere che i comportamenti citati sopra, in questa situazione, sono normali.
Se letti all’interno dell’attuale contesto (isolamento per il Coronavirus, cambio di routine, clima più teso e di paura, ecc.) questi comportamenti del bambino hanno un particolare significato.
Probabilmente il tuo bambino sta manifestando un po’ di tensione e stress per questa difficile situazione che tutti stiamo vivendo, loro compresi!

Solo che i bambini non hanno ancora le competenze che abbiamo noi adulti, e quindi il loro modo di manifestare paure, ansia, rabbia, stress, ecc, avviene prevalentemente attraverso il loro comportamento, attraverso le loro azioni.
Infatti i bambini, quando sono così piccoli, non sono ancora in grado di dire come facciamo noi adulti: “sono stressato…in questo momento non ho la testa, lasciami in pace…ecc”; ci comunicano i loro stati d’animo con la modalità che sanno utilizzare meglio…il corpo.
Che cosa puoi fare, allora, per aiutare il tuo bambino ad affrontare questa particolare situazione?
Come in molti altri casi, la prima cosa da fare è partire da te.
Perché?
Perché bambini, anche molto piccoli (indicativamente dal primo anno di vita), hanno una competenza davvero straordinaria: sono capaci di cogliere i segnali degli adulti di riferimento (genitori, nonni, educatrici, ecc), e di utilizzare queste informazioni per orientare il proprio comportamento. Questa competenza di chiama “Social Referencing”.
Riescono, quindi, a cogliere informazioni dalla comunicazione non verbale e dall’espressione delle emozioni degli adulti di riferimento, riuscendo quindi a percepire il “clima che si respira” attorno a loro.
In poche parole: se l’adulto intorno al bambino è sereno anche il bambino sarà sereno; viceversa, se l’adulto è preoccupato anche il bambino lo sarà.

Conoscendo questa preziosa capacità dei bambini, allora, diventa prima di tutto fondamentale il modo in cui noi adulti ci relazioniamo con loro, più delle parole, soprattutto per i bambini più piccoli, al di sotto dei 2 anni di età.
Se noi adulti siamo i primi ad essere ansiosi, arrabbiati o spaventati per questa situazione (come è normale che sia), lo saranno anche i nostri bimbi.
Cosa puoi fare allora?
1. Regola le tue emozioni.
Regolare le emozioni non vuol dire nasconderle; infatti più evitiamo o combattiamo un’emozione e più questa si farà sentire più forte, perché è venuta per un buon motivo, per darci un messaggio importante. Quello che occorre fare è “regolare”, cioè esprimere le proprie emozioni, senza che queste disorganizzino il proprio comportamento. Per farlo bisogna prima di tutto accogliere le emozioni, anche quelle spiacevoli: occorre dargli spazio, accettare che ci siano, senza giudicarle e senza giudicarci o incolparci. Solo così le emozioni saranno libere di fluire e avranno meno influenza su di te.
Quindi, prima di tutto, regola le tue emozioni, soprattutto quando sei in relazione con il tuo bambino, per non trasmettergli involontariamente delle emozioni troppo intense che non sarebbe ancora in grado di gestire (e questo vale tanto adesso, quando nella normale vita quotidiana).
Lavora sulle tue emozioni per aiutare te stesso e il tuo bambino!
Se i bimbi sono un po’ più grandi, dai 2 anni e mezzo/3 fino ai 6 anni circa (età prescolare), è molto probabile che oltre a cogliere il “clima che si respira” intorno a loro, avranno anche ascoltato le conversazioni degli adulti, o sentito qualcosa dalla televisione (per esempio quando è accesa durante la cena), e avranno prestato maggiore attenzione ai cambiamenti nelle routine (non andare più al nido o alla scuola dell’infanzia, non andare più a trovare i nonni, non poter andare al parco giochi , ecc), e magari avranno anche osservato comportamenti diversi (ad esempio l’uso della mascherina, o un lavaggio delle mani più lungo e frequente del solito, ecc.).
E’ probabile, allora, che tutto questo generi nei bambini maggiore tensione, che si esprime attraverso il loro comportamento.
Quindi, dopo che hai regolato le tue emozioni, cosa puoi fare?

2) Regola le emozioni del tuo bambino
Per farlo occorre ascoltarlo per comprendere e “sentire” come si sente il tuo bambino, e accogliere tutte le sue emozioni, anche quelle spiacevoli, anche quello che ci piacciono di meno, e contenerle, proprio come faresti con le tue, o come vorresti che i tuoi genitori avessero fatto con te. Prova a metterti nei suoi panni…
Immagina di essere un bambino piccolo (con l’età di tuo figlio), in giro al supermercato. Ti fermi a guardare i giochi, o magari vai in un’altra corsia incuriosita/o dagli oggetti in esposizione. Poi ti giri per cercare la tua mamma e il tuo papà, e non li trovi più. Paura…dove sono i miei genitori? Che cosa faccio adesso? Dove vado? Magari inizi a piangere, sei triste e spaventata/o. Ad un certo punto tua mamma ti trova…Cosa vorresti che ti dicesse? Cosa vorresti che facesse? Vorresti che ti sgridasse, arrabbiata, dicendoti che dovevi stare attenta/o, che non lo devi fare più? Oppure, vorresti, un bell’abbraccio, vorresti essere consolata/o, vorresti che ti dicessi che ora va tutto bene perché sei di nuovo con la tua mamma, di stare tranquillo e, una volta che ti sei calmato/a, ti spiega che non ti devi allontanare?
Io vorrei che facesse nel secondo modo, e anche il tuo bambino vorrebbe questo…sia quando si perde al supermercato, sia nelle altre situazioni in cui prova forti emozioni e non sa come gestirle.
Mettiti nei panni del tuo bambino.
3) Dagli una spiegazione e aiutalo a elaborare la situazione
Probabilmente, ora che sono passati parecchi giorni, gli avrai già spiegato in qualche modo come mai siamo tutti a casa e non si va più a scuola e, se non l’hai ancora fatto….fallo, perché è importante per il bambino (come anche per noi adulti) dare un senso ai numerosi cambiamenti che sono avvenuti, un senso che sia vero, chiaro e comprensibile per lui, in base alla sua età.
Ma, oltre alla spiegazione e a regolare le tue e le sue emozioni, è utile trovare un modo che aiuti il bambino ed elaborare quanto sta accadendo. Si possono usare diverse modalità…giocando, disegnando, raccontando storie…
Allora, proprio per i più piccoli (bambini del nido e della scuola dell’infanzia), ho deciso di scrivere una breve storia, con tanto di disegni, che racconta la situazione che stiamo vivendo per il Coronavirus; perchè raccontare e ascoltare storie aiuta i nostri processi di elaborazione.
Attraverso la narrazione e l’ascolto di storie il bambino riesce a dare un senso e un significato alle esperienze che vive.
La storia che ho scritto, quindi, oltre ad essere utile per spiegare la situazione, serve anche e soprattutto ad aiutare il bambino a dare un significato e un senso a quello che sta vivendo, e ad elaborare questa particolare periodo.
Qui sotto puoi ascoltare la storia! Può essere utile farla ascoltare più volte, se il tuo bambino te lo chiede.
Ed ecco un regalo per te: il pdf della storia sul Coronavirus, da stampare e leggere insieme al tuo bambino! Clicca sul link qua sotto per scaricarla e fammi sapere se vi è piaciuta!
Veronica