Credo che, se ci sono delle fatiche nella relazione quotidiana con i propri figli può essere molto utile rimettersi in contatto con il proprio “bambino/a interiore”, “abbassarsi” per un momento, “sedersi per terra”, ascoltare e ascoltarsi e, perché no, sporcarsi un po’ le mani!
Più siamo in grado di entrare in contatto con la nostra “parte piccola”, e più saremo in grado di entrare in contatto con la “parte piccola” di nostro figlio, che è quella che vuole essere ascoltata e accettata per quello che è.
Per questo motivo durante il mio lavoro utilizzo molto spesso strumenti di tipo creativo, giochi e attività pratiche come per esempio il collage, le fotografie, il disegno, le immagini, il role play e molti altri.
Tutte queste metodologie sono divertenti e leggere, ma consentono di creare legami e un clima di armonia, durante i lavori in gruppo, permettono di cogliere profondi significati e i vissuti delle persone e, soprattutto, generano consapevolezza.
Ho deciso di lavorare con delle modalità pratiche e tangibili, anche perché attraverso queste è più immediato riuscire a generare delle riflessioni, a “mettere un pensiero su” quello che si fa; perché l’azione favorisce il pensiero.